Il 7 giugno alle 16,30 si inaugura il rinnovato giardino dell’asilo nido comunale “Marcella Balconi” di largo Cantore a Novara.
Nelle scorse settimane su indicazioni dell’Ufficio tecnico e dell’Unità verde pubblico e in collaborazione con Assa si è provveduto a riperimetrare e a sistemare una porzione del giardino, che oggi risulta meglio accessibile fruibile per i piccoli utenti. Inoltre sono stati posati alcuni nuovi giochi e attrezzature ludiche.
All’inaugurazione, oltre a una merenda per i piccoli dagli 0 ai 6 anni, è prevista la partecipazione della casa editrice di libri per l’infanzia “Minibombo” con l’autrice Silvia Borando.
Anche Il Parco dei Bambini, l’area verde, nel cuore della città, porta dal 2012 il nome della professoressa Marcella Balconi, che nel 1980 da assessore comunale ai Lavori pubblici ne promosse la ristrutturazione. Una decisione fortemente voluta, che voleva, come disse il sindaco di allora Andrea Ballarè,
“rendere il giusto omaggio ad una figura novarese di rilievo assoluto: pioniera nella neuropsichiatria infantile, donna impegnata nella politica e nell’amministrazione (fu anche assessore a Novara alla fine degli anni ’70), partigiana, Marcella Balconi ha lasciato un segno molto significativo in città.”
L’intitolazione del Parco si è svolta in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia. “Non a caso – ha commentato sempre il sindaco – abbiamo scelto questa giornata, perché come ricorrenza si coniuga appieno con lo spirito di questo luogo e con quello di Marcella Balconi. I più piccoli sono il nostro futuro, e su questo dobbiamo investire perché diventino cittadini consapevoli. Grazie a tutti coloro che sono intervenuti, e in particolare ai bambini e ai giovani studenti novaresi”. E Margherita Patti, assessore ai lavori Pubblici ha aggiunto «Era una grande donna, un grande medico che ha saputo dare davvero tanto alla città e a questo paese, liberando consultori e pensando a donne e bambini. Donna autorevole e non autoritaria, amante dell’arte e delle belle persone, ha saputo essere una donna capace e soprattutto, ci tengo molto a dirlo, intellettualmente onesta».
L’impegno della Balconi per l’infanzia, per gli asili nido, anche come donna politica è sempre stato noto a tutti . Come sindaco di Grignasco, nel 1964, si è battuta per trasformare il tradizionale doposcuola, prefigurando il tempo pieno, e stanziò risorse ingenti per la costruzione di scuola materna e asilo nido. Più tardi, come assessore al comune di Novara, si è impegnata per la ristrutturazione del “Parco dei bambini” e ha organizzato un rigoroso corso di formazione per chi avrebbe dovuto lavorare negli asili nido. Non trascurò mai i suoi bambini nella sua professione, che proseguì ‘parallela’ all’impegno politico: nel 1948 fu vicepresidente dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Si occupò di nidi e brefotrofi, di scuole materne ed elementari, confidando nell’importanza delle strutture materno-infantili del territorio.
Aprì a Novara il primo “centro medico pedagogico”, mentre la stessa cosa facevano Giovani Bollea a Roma e Mariolina Berrini a Milano (saranno infine ricordati come le tre “B” della neuropsichiatria italiana). Sostenne i diritti dell’infanzia, delle lavoratrici madri e dei malati, e illustrò le linee culturali della futura riforma degli ospedali psichiatrici, nel dibattito che portò all’approvazione, nella legislatura che terminò nel 1968, della riforma del servizio sanitario (la legge 132, più nota come legge Mariotti). Si batté per l’istituzione della scuola materna statale che, sempre nel 1968, dopo un travagliato iter parlamentare, venne approvata nella legge 444.
Nei suoi lavori scientifici è costantemente presente l’attenzione al territorio, e agli aspetti economici e sociali. Così scriverà:
«fin dall’inizio ho avuto un impegno politico e un impegno medico. Ho sempre cercato di unire questi due impegni. C’è stato sempre un collegamento tra scelta politica, l’interesse per certe classi sociali e il mio lavoro. … Il mio interesse era per la psicoanalisi, ma per quella infantile e, soprattutto, per il lavoro che doveva fare lo psichiatra infantile nel territorio. Non era solo il mondo interno l’oggetto del nostro lavoro, ma vi era, come elemento costitutivo, anche lo scontro con la realtà»
M. Balconi, Autobiografia scientifica, «Quaderni di psicoterapia infantile»