a cura di Marilena Capellino
Laboratorio di scrittura autobiografica per nonne e nonni
Nella figura del nonno emergono tante parti e tanti legami plurigenerazionali con i quali rapportarsi:
• l’essere stato figlio/a e nipote e quindi la memoria dei nonni (com’erano) e dei genitori (com’erano) e di lei/lui figlio/a e nipote
• l’essere stato genitore e quindi la memoria del come erano i figli da piccoli e di com’era lui/lei da genitore e di come sono cambiati i suoi rapporti con i propri genitori quando lo è diventato/a a sua volta e loro sono diventati nonni; nuora o genero e rapporti con i suoceri
• l’essere nonno/a attualmente e di come sono cambiati i rapporti con i figli/genitori e con i suoi genitori (se ci sono ancora); dei suoi rapporti con i nipoti e con la nuora o il genero…
Si tratta dei diversi io dei quali è composto ciascuno di noi poiché la vita umana è complessa, fatta di luci e ombre, di traguardi raggiunti ma anche di altri mancati, di percorsi portati a compimento e di altri interrotti, di soddisfazioni e rimpianti; noi siamo tutti questi io che convivono dentro di noi e permeano le azioni che facciamo, i pensieri che abbiamo, le emozioni con le quali ci relazioniamo con noi stessi e con gli altri.
Il pensiero autobiografico, stimolando la riflessività ci aiuta a pensare e la scrittura ci permette di riportare questi elementi alla coscienza, di acquisire maggiore consapevolezza e di essere maggiormente in connessione con la situazione che stiamo vivendo, senza farci troppo dirigere dalle influenze del passato o dai nostri precedenti vissuti, bensì dominandoli e prendendo con questi una giusta distanza, pur rispettandoli perché fanno parte di noi.
Nel laboratorio abbiamo affrontato queste “isole” delle quali è costituito l’arcipelago della nostra vita; al termine, le nonne e i nonni che hanno partecipato hanno detto di portare a casa:
– una donna “gratificata” dalla nonnità anche perché non è “solo” una nonna, ma ha ancora voglia di vita, letture esperienze, relazioni amicali
– l’importanza di mettersi in gioco fino in fondo e la capacità di concentrarsi sul presente
– la convinzione che la “passione” non ha età e io non ne ho avuta mai così tanta
– l’impegno per scrivere ogni giorno una pagina di diario dei momenti con i nipoti per poterlo poi lasciare in eredità
– la gioia e il dolore degli altri. La bella sensazione di essere compresi e accolti nelle ambivalenze e nella difficoltà del vivere l’esperienza
– il rinforzo della consapevolezza di quanto è importante il lavoro del gruppo e della scrittura
– l’importanza del confronto e della condivisione che danno spunti e forza per affrontare la vita giorno per giorno
– anche nel mio “essere stata” nipotina ho ricevuto delle “coccole” come cura del cibo. Ed è stata una scoperta: da qui mi arriva una radice della mia passione per il cibo, nel prepararlo, pensarlo, offrirlo
– di percorrere una strada difficile perché nuova e che quindi necessita di un navigatore e di consigli di “autisti” professionali ed esperti
– una grande ricchezza di umanità, sentimenti e commozioni che mi ricordano quanto la vita può stupire nell’incontro con gli altri