Nelle recenti vicende che si riferiscono al bullismo noto:
– per quanto concerne il rapporto bullo/compagno l’assenza dell’occhio docente: a Lecce (e in altre scuole) tutto capita senza che nessuno noti niente
– per quanto concerne il rapporto bullo/ docente condivido le punizioni dei ragazzi di Lucca ma mi piacerebbe capire perché si è arrivati a tanto con il docente…non ho letto interviste al professore che ci informino sulla storia di questa classe e in particolare su quale relazione nel tempo il docente ha stabilito con i suoi allievi. Dal video mi pare si tratti di studenti dell’ultimo o penultimo anno …. cosa è stato del progetto educativo e del rapporto con il loro insegnante a partire dal primo anno? La mia esperienza di dirigente scolastico, e prima di insegnante con ragazzi difficili, mi consente di affermare che se c’è un buon progetto, una buona relazione con il gruppo e possibilmente con ogni ragazzo si viene a creare un” buon” clima che consente una “buona” integrazione ragazzi/professori
– per quanto concerne in vece le maestre “bulle” della scuola dell’infanzia, considerato che in ogni sezione si avvicendano 2 insegnanti (a volte 3 se è presente un ‘insegnante di sostegno) come può accadere che nessuno intervenga (se non in un caso una bidella)? Dov’è l’assunzione di responsabilità dei colleghi, la presenza di un dirigente scolastico in visita senza preavviso alla scuola?
Sono tutte situazioni che dimostrano il tracollo del senso morale e civico di chi dovrebbe incarnarlo per farlo vivere ai suoi allievi.
…E offrendo la classe docente questo miserevole comportamento come possiamo pretendere di meglio dai genitori?
Sempre riferendomi alla mia esperienza di scuola ci devono essere certe condizioni/attività per arginare questa situazione se come si afferma sovente (tra gli altri R. Saviano sul giornale) l’unica risposta possibile è la scuola.
In breve e in modo estremamente sintetico:
– al contrario di quanto è accaduto fino ad oggi le classi devono essere ridimensionate se vogliamo che l’attenzione dei docenti si rivolga oltre che al gruppo anche ai singoli. Occorre stabilire una “storia personale” docente/allievo perché si sviluppi stima e rispetto, relazione che avviene solo quando ci si conosce a fondo;
– la progettazione degli interventi deve considerare non solo il programma ma anche la possibilità di proporlo a partire dall’età e dai bisogni dei ragazzi (perché non impostare la filosofia in rapporto ai problemi dei ragazzi?; si potrebbe attuare ugualmente il programma svolgendolo secondo le loro “domande”;
– deve essere fissato un tempo settimanale in cui organizzare assemblee di classe perché i ragazzi possano esaminare i loro comportamenti e provare ad essere responsabili e disponibili come compagni e cittadini;
– in ogni scuola ci dovrebbe essere uno spazio di pittura, teatro, musica, racconto di sé (diario autobiografia) in cui i ragazzi possano trasformare le loro cariche aggressive in progetti/prodotti che aiutino a sublimare le loro cariche energetiche a volte sovrabbondanti e pericolose;
– genitori e docenti dovrebbero concentrarsi sulla possibilità di aiutare i ragazzi a cercare ed elaborare i “sensi” e i “significati” della propria esperienza;
– gli insegnanti devono essere costantemente collocati in un circolo prezioso di formazione sulle loro capacità relazionali e sulla loro materia…a questo punto diventano autorevoli e capaci di gestire allievi e genitori (l’insegnante dovrebbe essere considerato come l’esperto in educazione che può appoggiare adeguatamente i genitori della sua classe). Da azzerare il bonus formazione che viene speso in lavatrici e computer per i famigliari:(la formazione deve essere gestita dal collegio docenti in quanto si riferisce alla rivisitazione dell’organizzazione scolastica e delle attività che a scuola si svolgono al fine di migliorare l’offerta formativa)
– aumentare il tempo di rapporto delle assemblee e dei colloqui con i genitori che nel tempo si sono molto ridotti (valga come esempio quanto disposto in una scuola di Padova- il venerdì 1/12/2017- tre minuti per famiglia)