Era novembre…
E Torino si preparava all’inverno
Quello vero
Rigido e pungente.
Sotto un cielo già denso di pioggia
Camminavo leggera
Incurante dei passi
Né di giungere dove.
Era novembre…
E con le scarpe di sempre
Ed il primo paltò
Con le mani affondate
Nelle tasche vuote di beni
Eppure piene di tante speranze
Scalpicciavo felice
Su un tappeto di foglie già secche
Già troppo stanche
Per non darsi riposo.
Ora è novembre…
E come allora cammino
Su un tappeto di foglie già secche
Dei castagni che non danno più frutto
Che sono giganti ma non fanno paura.
Il mio passo è pesante
Per gli anni vissuti
Peri i tanti giorni grevi di lutti.
L’aria è già umida di pioggia implorata
Che tarda a venire
A rendere fertile
Quel che domani potrebbe morire.
Ma il cielo è sereno
Appena sfiorato da soffici nuvole
Veli di sposa leggeri e fugaci
Che s’alzano in volo
Come stormi di uccelli
Che cercano il sole.
Io li guardo e sospiro
E mi lascio rapire
Il passo è più lieve
I cuore più sgombro
E già sento che domani…
Potremo guarire.
Quel volo leggero
Di candide nubi
Fluttuanti e danzanti
Nel nitido cielo
Mi porta a pensare:
Torna sempre il sereno.
E… mi sprona ad andare.
16 novembre 2020 (al tempo del coronavirus)
Rosa Armocida