A cura della redazione
“Per la Costituzione italiana (Art. 32), la salute è un diritto fondamentale
dell’individuo e un interesse della collettività”.
Il 10 ottobre è ormai una ricorrenza, una data per ‘ricordare’ il tema della salute mentale. Un giorno che vorrebbe aumentare la consapevolezza su situazioni di malessere variegato, multiforme, che va dallo stress, all’insonnia, ad una sofferenza generalizzata sommersa eppure presente, palpabile nell’esperienza quotidiana dei più, fino a forme di sofferenza più gravi e conclamate.
Viviamo in una società civile sempre più precaria e sottomessa a condizioni di vita incerte. Il sistema di welfare ed il sistema sanitario diventa sempre più carente.
Alla malattia mentale si fa poca attenzione, è per lo più ignorata dai più: il come ha origine spesso non interessa. Spesso si fa ricorso a spiegazioni ‘impersonali’, ‘oggettive’, ‘mediche’, che nulla dicono delle situazioni, dei contesti, delle condizioni in cui le persone che stanno male si trovano, in cui tutti noi ci troviamo. Situazioni che inevitabilmente condizionano il modo di vivere, il modo in cui si esprime la malattia, il modo di curare la malattia.
Solo in Italia il problema riguarda 17 milioni di persone. Tali disturbi, spiega lo psichiatra Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda ospedaliera Fatebenefratelli di Milano, “non hanno tutti la medesima gravità. Spicca tuttavia il trend in costante crescita per queste patologie e, soprattutto, per tre tipi di disturbi”. Si tratta, chiarisce, “della depressione (che interessa circa il 7,2% della popolazione europea), dei disturbi cognitivi come l’Alzheimer (3,5%) e dei disturbi legati all’abuso di alcol (3,4%). Altre patologie in aumento sono anche i disturbi da panico e del sonno”. Nel contempo i servizi pubblici deputati alla cura e all’assistenza di queste e molte altre patologie sono sempre più carenti di risorse e personale.
La Giornata mondiale della salute mentale, quest’anno è stata dedicata agli adolescenti che già da tempo sono soggetti a depressione con un incremento dei casi del 20% in dieci anni.
Il 50% delle malattie mentali inizia ad affacciarsi già a 14 anni, ma sembra che ben pochi ci facciano attenzione. La Società italiana di psichiatria dice che, in termini di importanza, “la malattia mentale più diffusa tra gli adolescenti è la depressione”. E gli esperti sottolineano che c’è un altro dato spaventoso se si pensa che il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani di 15-29 anni. Senza considerare l’uso di alcol e droghe tra gli adolescenti, un problema così importante che in molti Paesi del mondo è considerato emergenza nazionale.
In Italia, fa notare ancora la Sip vivono circa 8 milioni e 200 mila giovani tra i 12 e i 25 anni. Di questi, circa il 10% (dati Istat) si dichiara insoddisfatto della propria vita, delle relazioni sia con gli amici che con a propria famiglia e anche della salute. Dati che dimostrano “come un numero estremamente significativo di giovani vive in una situazione di difficoltà emotiva, confermata dalla prevalenza, sempre attorno al 10%, di forme depressive o ansiose in questa fascia d’età”.
Sappiamo che lo sviluppo psichico di ogni individuo avviene nella relazione continua con tutto ciò che lo circonda. Le sollecitazioni ambientali possono comportare effetti più o meno evidenti sia in relazione alla loro natura ed intensità, sia in relazione al periodo durante il quale si verificano. L’adolescenza è un periodo sensibile, da tutelare e proteggere, permettendo ai ragazzi che mostrano segnali di sofferenza psichica di essere aiutati e soprattutto in tempo.
E’ un periodo di grossi cambiamenti, non possiamo non chiederci quindi come incidono, per esempio, le trasformazioni sociali e tecnologiche sulla salute psichica dei giovani. E’ evidente che vi sono dei rischi specifici a cui i ragazzi di oggi sono particolarmente esposti e che potranno portare a conseguenze sul loro benessere psichico futuro.
E’ chiaro che dobbiamo vigilare e la parola chiave resta la prevenzione che deve trovare forme e modi adatti ai tempi che viviamo. Resta il fatto che si conosce poco ciò che i ragazzi vivono oggi e possiamo accostarci a loro solo con l’ascolto e il dialogo, nella famiglia e nelle scuole ma anche nei vecchi e nuovi luoghi di aggregazione giovanile.
L’Italia è stato uno dei Paesi pionieri nell’ambito della salute mentale. La Legge 180 è stata una grande innovazione che ha saputo proporre una serie di servizi alternativi ai manicomi: dai Dipartimenti ai Centri di salute mentale ai Servizi psichiatrici di diagnosi e cura. Al giorno d’oggi, però, la situazione a livello nazionale è disomogenea. Ed è anche una questione di risorse: l’Italia è ventesima in Europa per la spesa dedicata alla salute mentale. È il 3,5% della spesa sanitaria totale, mentre – solo per fare degli esempi – in Germania, Inghilterra o Francia oscilla attorno al 10-15%.
Leggi anche: Testimonianze di e su ragazzi in situazioni di disagio
Cara professoressa, mi aiuti
Katerine, purtroppo, non ride di più
Sentirsi ultima ovunque non è facile