A cura della Redazione
Iniziamo con questo articolo la pubblicazione della documentazione storica dell’Associazione.
In questo primo documento si delinea il contesto dal quale sono nate elaborazioni teoriche ed esperienze ancora valide e attive. Non è certo una questione di commemorare i tempi andati. Si tratta invece di mettere in luce – e la lettura di queste riflessioni è chiara al riguardo – quanto di quelle esigenze siano ancora, nella realtà odierna, presenti.
In sintesi ci pare, rispetto a trentanni fa,
- che i diritti alla salute e all’integrazione sociale, pur culturalmente diffusamente acquisiti, siano “de facto” regrediti,
- che l’istituzione pubblica si sia ridimensionata, che il comparto sociale nel suo insieme abbia abbandonato qualsiasi progettualità che non vada oltre una mera logica settoriale,
il che ha impedito non solo la riduzione delle aree ‘storiche’ del disagio ma ne ha prodotte altre, nuove solitudini e sofferenze più sottili e profonde, frutto dei tempi moderni, nuovi indicatori del “malessere sociale e psicologico” degli individui, di interi nuclei familiari, nuove psicopatologie sociali che rimangono senza risposte di assistenza.
Cosa c’è di più attuale e cogente, di questa panoramica odierna, per non interrogarsi sul passato-presente-futuro del Sistema Salute del Nostro Paese? per non rivedere i punti cardine su cui dovrebbe poggiare e uniformarsi, la deontologia e scientificità dell’apparato professionale e istituzionale del welfare state?
Da queste esigenze, nel nostro piccolo, era iniziato il Progetto Salute ARSDiapason , il filo conduttore di una Storia che continua …
Il Contesto di Inizio
Negli anni 80, in quasi tutta Europa, furono istituiti o assunsero una maggiore diffusione i servizi di territorio per l’infanzia-adolescenza, la salute mentale, la neuropsichiatria infantile, i servizi di assistenza alla famiglia. In particolare in Italia, i nuovi servizi rispondevano a legislazioni garanti dei diritti alla salute, alla integrazione sociale delle fasce deboli della popolazione e all’integrazione scolastica dei soggetti con handicaps anche gravi. Le nuove emergenze istituzionali e sociali ponevano sempre più la necessità di confrontare le concezioni di “welfare state”, i differenti modelli di “salute”, i modelli di intervento e le “buone pratiche” nei diversi paesi europei.
In questa prospettiva in Italia, sulla spinta della Prof.ssa Marcella Balconi (medico psicoanalista) e della Dr.ssa Germana De Leo (neuropsichiatra infantile), si era mossa la Sezione Regionale Piemonte della Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile (SINPI/oggi SINPIA): dal 1982 al 1986 aveva promosso iniziative di confronto e indagini conoscitive sul “lavoro di presa in carico istituzionale” tra gli operatori dell’area materno-infantile ed aveva suscitato collaborazioni tra i diversi comparti – servizi di territorio sanitari e sociali, ospedali, università – e tra diverse discipline – neuropsichiatria infantile, pediatria, ginecologia, psicologia, salute mentale, sociologia.
Gli elementi comuni di queste esperienze erano una profonda sensazione d’incongruenza tra gli strumenti culturali e professionali a disposizione e la pratica quotidiana, quanto la difficoltà di trovare momenti e spazi adeguati per un serio confronto ed una sostanziale verifica sia sul piano metodologico che dei contenuti della propria pratica professionale. Incongruenze e difficoltà che hanno portato a riconoscere nella routine quotidiana, all’interno dei servizi, problemi irrisolti e domande prive di risposte adeguate da parte dei singoli professionisti come del sistema dei servizi per la Salute.
L’inizio di un percorso
Da quella esperienza pluralista, ne era derivata la costituzione di un comitato promotore Territorio-Terapia piemontese, per la pubblicazione degli atti delle attività realizzate (1986-1988) e per la divulgazione delle istanze che animavano il gruppo dei professionisti e rappresentanti di scuole di pensiero diverse, che si sono riconosciuti, dopo il primo Convegno Regionale e Nazionale degli operatori del settore socio-educativo-sanitario (Ivrea, 1988), nella costituzione del Comitato Promotore ARS-T (Romagnano Sesia, 1989-1991) che ha intrapreso la fondazione della Rivista Diapason “Notizie e Studi dai Servizi per la Salute” per diffondere le esigenze scientifiche e le esperienze pilota ed innovative delle realtà di territorio (1989-1995, edita in 3000 copie).
Eguali esigenze e valutazioni sulle criticità dell’apparato scientifico e istituzionale emergevano anche in altri paesi: nel 1989 a Parigi, per iniziativa del prof. Jacques Chabanier, Presidente dell’ANCMPP (Associazione Nazionale dei Centri Medico Psico Pedagogici di Francia) venne organizzato il “Primo Convegno Europeo dei Centri di Consultazione per l’infanzia e l’adolescenza con difficoltà psicopatologiche”, con oltre 400 aderenti rappresentanti tutti i paesi della U.E. Da qui si mossero ulteriori collaborazioni e occasioni permanenti di scambio tra professionisti di varia nazionalità, con l’intenzione di dare vita ad una cultura “del territorio” frutto di confronto inter-disciplinare e trans-nazionale che hanno trovato punto di convergenza nella nascita in Italia dell’Associazione di Ricerca Centro Studi transculturali ARSDiapason (agosto 91) presidente Dr.ssa Germana De Leo Presidenti del Comitato Scientifico Internazionale: Prof. Giovanni Bollea, Prof.ssa Marcella Balconi, prof. Franco Marziale, e, in Europa, dell’Associazione Europea AE.SMEAF per la promozione delle pratiche multidisciplinari in materia di salute mentale del bambino, dell’adolescente e della famiglia (febbraio 1992), presidente Dr. Jacques Chabanier (Montpellier)
Ricerca, comunicazione orizzontale, tra medici, psicoterapeuti, psicologi, psicoanalisti, pedagogisti, assistenti sociali, (etc), dimensione di lavoro multidisciplinare sia con altre figure professionali che con altre scienze e discipline, integrazione dei saperi e delle conoscenze, sono divenuti i campi di principale interesse e approfondimento nel periodo pre-fondazione e sono stati posti a fondamento costitutivo dello statuto dell’Associazione di Ricerca Centro Studi Transculturali ARSDiapason, senza paura nel fare ricerca in campi complessi ma assumendo, per “non perdersi nei tanti campi” della trans-disciplinarietà e dei contesti esperenziali, un preciso accordo progettuale, costitutivo e statutario – il Progetto Salute Diapason- per dare struttura coerente e sinergica alle ipotesi del lavoro scientifico all’associazione:
La chiarezza delle finalità emerse dall’intenso confronto interprofessionale, ha consentito l’adesione, dei molti professionisti ad un progetto realizzativo articolato su più filoni d’interesse e contemporanei settori di realizzazione strutturale, con verifiche periodiche dei progetti e dell’autogestione(audit qualità), quanto la supervisione annuale delle sperimentazioni in corso, da parte del Comitato Scientifico e Transculturale dei Promotori.
Gli scopi
Gli scopi derivati da questi campi di interesse, posti in statuto, sono riassunti in tre punti:
*promozione di ricerche epidemiologiche, cliniche, strutturali, concettuali, che abbiano come obiettivo l’aumento delle conoscenze nell’area delle cure primarie ed essenziali il cui fine ultimo, è bene ricordarlo, è quello di lavorare per un aumento della qualità e quantità di vita nel rispetto delle libertà individuali;
**sviluppo e diffusione delle esperienze significative, nazionali ed internazionali, nell’area della salute mentale e delle scienze naturali, anche promuovendo occasioni di confronto e di dibattito che privilegino il metodo dell’imparare-lavorando (work training) e della comunicazione tra pari dei partecipanti (workshop, collettivi);
***istituzione di servizi per i soci con l’obiettivo di elaborare strumenti di lavoro omogenei, non necessariamente uniformi, che grazie al confronto reso possibile da conoscenze comuni e dalle singole esperienze professionali, favoriscano la crescita di una cultura diretta da parte delle diverse figure professionali.
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