di Monica Specchia
Negli ultimi anni gli handicappati sono diventati visibili, partecipi nell’ opinione pubblica suscitano ammirazione, tenerezza , curiosità.
Alcuni, sono Disabili molto Noti….
Si è lottato per l’integrazione scolastica, si è garantita un’assistenza sanitaria, ed anche forme di riabilitazione sportiva, oggi al Disabile si garantisce ed organizza-come diritto e cura-anche il tempo libero(concetto discutibile anche questo a nostro avviso) ma …
L’ inserimento lavorativo resta per i più di loro un’ utopia perenne malgrado l’esistenza di ottime leggi.
Si formano valide intelligenze e le si parcheggia in una sorta di limbo dorato.
Le motivazioni sono le più varie: impreparazione, indifferenza, mancanza di mezzi e risorse, mancanza di volontà politica.
In genere la disabilita è un argomento di cui ci si preoccupa e non di cui ci si occupa.
Lo dimostrano ampiamente le richieste fatte dalle aziende: Cercasi disabile auto munito o con inabilità lieve, con buona manualità ( REQUISITI LETTI sull’INFORMA LAVORO DELLA CITTA’ DI TORINO).
Si richiede al disabile di uniformare la propria disabilità a ciò che il mercato del lavoro offre ma non si parla di abbattimento delle barriere architettoniche in molte postazioni lavorative malgrado esista una legge che garantisce alle aziende incentivi in questo senso. Non sono previsti o richieste figure che possano coadiuvare il disabile nello svolgimento delle sue attività.
Non si valorizzano le capacità residue, molto spesso ci si ferma alla valutazione scritta dell’ UVH- Unità di Valutazione dell’ Handicap discriminando tra handicap fisico e psichico e relegando a questi ultimi possibilità di inserimento sociale minime ed inadeguate o organizzate senza tenere conto di ciò che al disabile necessita realmente o che egli stesso indica in vario modo.
Questi i diritti dei Disabili per una vita autonoma?
Non si vuole fare qui la solita retorica di stampo vetero-sindacale, ma è mai possibile che si debbano invitare le aziende a compiere un proprio dovere con il ricatto del capitale?
O che molte delle stesse associazioni che lottano in difesa dei diritti dei disabili non diano sufficiente importanza a questo tema come se l’assistenzialismo economico fosse un privilegio?
Le esperienze positive esistono ma costituiscono un’esigua minoranza rispetto alle liste di attesa degli uffici di collocamento (oggi dette agenzie per il lavoro).
A nostro avviso, questo atteggiamento non è più tollerabile:
l’applicazione dei diritti deve essere una realtà visibile e concreta per tutti al di là delle difficoltà esistenti ( oltre l’handicap ) non un mascheramento carnevalesco di ipocrisie sotto le mentite spoglie di buone intenzioni e regolamenti.
Monica Specchia per il Centriniziativa Card Club GIOVANI
Per saperne di più leggi il post: CentrIniziativa disabili