di Salvatore Candila
Noi siamo immersi in un mondo dove i suoni ci consentono di orientarci spazialmente e temporalmente, ci rendono partecipi alle attività umane e attivi socialmente; solo quando questa percezione viene a mancare, o ad affievolirsi, ci rendiamo conto di quanto sia fondamentale il senso dell’udito. Ebbene, il Suono (se “sgradevole” lo si definisce RUMORE) e la sua equivalente a bassa frequenza, la Vibrazione, possono avere effetti nocivi anche molto gravi sulla fisiologia umana.
Un’esposizione intensa al rumore può deteriorare irreparabilmente l’udito, comportando danni anche extra uditivi, quali insonnia, facile irritabilità, diminuzione della capacità di concentrazione sino a giungere ad una sindrome ansioso-depressiva; aumento della pressione arteriosa;difficoltà digestiva, gastriti od ulcere; alterazioni tiroidee, disturbi mestruali, ecc.
Il danno dipende dal livello sonoro e dalla durata dell’esposizione del soggetto.
Ed inoltre…può contribuire all’aumento degli infortuni sul lavoro facendo diminuire l’attenzione e la concentrazione degli operatori e la percettibilità dei segnali acustici.
Le vibrazioni meccaniche, se trasmesse al corpo intero, comportano rischi per la salute, in particolare lombalgie e traumi del rachide; se diffuse al sistema mano-braccio, comportano disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici e/o muscolari.
L’attività professionale del geologo, in particolare quella in cantiere, con l’utilizzo di attrezzature che per loro natura producono forti rumori ed intense vibrazioni, può comportare esposizioni anche rilevanti e quindi danni irreversibili alla salute, se non si adottano adeguate misure preventive e protettive e – soprattutto – se non si conosce adeguatamente il fenomeno.
I punti di vista da cui deve essere affrontato il problema sono essenzialmente tre:
1. Il primo riguarda la Sicurezza sul lavoro (sia che si tratti di professionista singolo, sia che si tratti di datore di lavoro o di dipendente); si tratta in questo caso di salvaguardare direttamente la salute dell’operatore adottando tutte le misure preventive e protettive necessarie, prevedendo innanzi tutto una adeguata formazione.
2. Il secondo concerne il mondo che ci circonda e quindi il disturbo alla popolazione: la quiete è sacra! In base al tipo di attività ed alla sua allocazione sul territorio, infatti, è possibile “immettere” in ambiente solo una ben determinata “dose” di rumore. Ci si deve quindi preoccupare preventivamente del problema, ovvero prima di “impiantare” il cantiere.
3. Il terzo interessa le sorgenti sonore nei pubblici esercizi e si rivolge sia agli avventori che alla popolazione; sulla base delle caratteristiche delle apparecchiature atte a riprodurre i suoni (amplificatori e casse acustiche) ed alle specifiche dichiarate, nonché ai risultati delle misurazioni in situ, i Comuni hanno la facoltà di autorizzare o negare quindi l’attività dell’esercizio commerciale.
Per ciascun aspetto dei fenomeni evidenziati esiste una specifica legislazione, particolarmente severa, che intende salvaguardare adeguatamente la salute pubblica e privata e metodologie atte a ridurre i rischi, rendendoli “accettabili”, poiché è noto che il “rischio zero” non esiste.
dr. geol. Salvatore Candila
(Tecnico competente in acustica ambientale