Ancora un giorno
greve di lutti
di silenzio spettrale.
Ora giunge la sera
una quieta malinconia
mi viene a cullare
mi abbandono ai ricordi
quelli lieti e leggeri
immagini nitide
per quanto remote.
E vedo la spiaggia
quella di sempre
così bianca e così vasta
da farmi smarrire
solitaria quando il giorno
si prepara a finire.
E vedo lo Ionio blu
blu come il cielo
mare profondo
profondo profondo
un tempo solcato
da intrepidi eroi
che canta da sempre
la stessa storia
per chi vuole ascoltare.
Lo vedo così
già striato di viola
quando il tramonto
lo consegna alla notte
mi volto rapita
da tanto splendore
per un grato saluto
per quel bagno di luce.
E vedo mio padre
poeta degli orti
tra aranci e limoni
ricurvo sui frutti
del suo tanto sudore
paziente e sornione
lui la sa lunga
ma ha poche parole.
E vedo mia madre
che incede sicura
mentre torna dal campo
col cesto ripieno
di antichi sapori
di pane dorato
appena sfornato
da quel vecchio forno
che così tanti
nel tempo ha sfamato
depone il suo carico
accenna un sorriso
si prepara a nutrirci
a darci l’amore.
E vedo due noci
dall’ombra copiosa
riparo dei bimbi
che giocano festosi.
Ma molto di più
potrei raccontare
ma ora che un poco
mi son lasciata cullare
mi preparo al riposo
mi preparo a sognare
a sperare che domani
ci si possa toccare
che cadan le maschere
e ci si possa guardare.
Rosa Armocida
3 aprile 2020