Il lupo, la volpe e la lontra
Favola tradizionale tratta da “Enciclopedia della favola”. A cura di Gianni Rodari. Editori Riuniti
Il Teatro nel Libro
Quando ero piccola mi regalarono due libri tridimensionali, bellissimi, uno era “Hansel e Gretel”, l’altro “La bella addormentata nel bosco”, arrivarono inaspettati dalla Befana, sì perché per noi bambini di Barriera di Milano, all’inizio degli anni ’60, non c’era ancora Babbo Natale, tutt’al più c’era Gesù-bambino che portava i regali, pochi, pochissimi…, fatto sta che trovai in fondo al mio letto questi libri meravigliosi la mattina del 6 gennaio. Io ero convalescente dall’ennesima malattia (da piccola le ho fatte tutte, pure quelle extra…) ma quei volumetti mi hanno guarita più delle penicilline che assumevo in quantità: grandi più o meno come un pc portatile, si aprivano come un pc e dispiegavano il luogo in cui si svolgeva la storia: il bosco, la casa della strega… Oggi conosciamo tutti bene questa tipologia di libri, si chiamano pop up, sono intagliati, misteriosi, ricchi di sorprese, alcuni anche con piccole luci, suoni… E’ incredibile quello che la tecnologia riesce a racchiudere fra due fogli di carta! Ma per me che allora avevo 6-7 anni, quei due libri 3D erano magici!
Io da piccola preferivo le figure alle parole e in questi due libri, le figure prendevano miracolosamente corpo!! Forse è lì che ho avuto la prima intuizione teatrale, perché con quei 2 libri ci giocavo, erano le scenografie delle fiabe che inventavo io. Lì ho iniziato a fare miei primi spettacoli matti, in realtà erano i miei giochi, come per tutti i bambini che giocando creano luoghi, personaggi, vicende…
Poi ho imparato a leggere. Con molta fatica ma ce l’ho fatta.
La scuola non mi ha insegnato a leggere a voce alta, mi ha insegnato a tradurre i segni in fonemi, in parole, in frasi. Ero troppo timida e la maestra con 40 pargolette non è che avesse tutto il tempo per starmi dietro… Alle medie non è andata meglio, anzi, l’idea di leggere a voce alta mi ha sempre terrorizzato: più avevo paura di sbagliare, più m’impappinavo, più le mie compagne sghignazzavano (spietatelle…).
Erano altri tempi.
Ho sempre letto le storie della buonanotte ai miei figli, a loro piacevano, più che letture finivano con essere brevi spettacoli e loro ne volevano sempre più. Ma a tutto c’è un limite, no? Così hanno cominciato a leggersele da soli.
Quando propongo letture a voce alta per bambini (e bambinoni) mi piace infarcirle di oggetti, espressioni, suoni, caratterizzazioni della voce… certo, ho scelto il mestiere del teatro e questo fa parte della mia professionalità, della mia conoscenza ma sempre, quando insegno questa tecnica suggerisco ai miei allievi di scavare nella sensorialità delle parole, ascoltarne il suono, cercarne il significato nella memoria ed esperienza di ciascuno, di quando da piccoli abbiamo scoperto il senso di quella frase.
Le “Storiellette” che ho voluto proporvi in questo periodo di clausura spero siano state d’aiuto a voi adulti, affinché possiate leggere voi, ai vostri piccoli, le fiabe che più vi piacciono, affinché diventiate voi ogni tanto il libro pop up dei vostri figli o nipoti.
E se vi verrà voglia di imparare di più, vorrà dire che, quando potremo di nuovo incontrarci, nella nostra sede di Torino in corso Galileo Ferraris 140, vi insegnerò qualche esercizio per non avere paura di leggere a voce alta.
Arrivederci.
Adriana Zamboni
adrianazambonidiana@gmail.com
www.adrianazamboni.it